Atelier3
scala
dati tecnici
art. 894 cm 150 x 217 x 67 larghezza x 224 h Scala in struttura metallica con parapetti, rivestita in legno di betulla verniciato ad acqua, colore giallo ambra
la pedagogia
Con il termine “piazza” si vuole significare il luogo simbolicamente più rappresentativo dell’incontro, dell’essere e del farsi comunità. Piazza come luogo d’incontro, di scambio, di sosta, di scoperta, dove si può essere tanti ma anche pochi, dove ci si può incontrare con i tanti ma anche separare da essi. Spazio di molte accoglienze, di transiti e soste quotidiane, esso si offre anche per grandi assemblee di bambini e adulti, divenendo scenario e palcoscenico per feste, spettacoli teatrali ed iniziative culturali. Uno spazio caratterizzato dunque da un proprio ritmo pulsante, da un alternarsi di pieni e vuoti, di silenzi e gran vociare, dove i bambini possono incontrare molte opportunità attorno a cui aggregarsi, giocare, costruire storie, realizzare scoperte, vestirsi, travestirsi di stoffe, colori e luci, animare un teatro, farsi ombra e giocare con le ombre, riflettere, moltiplicare e modificare la propria immagine. Uno spazio polifunzionale, anche se fortemente caratterizzato sia sotto il profilo culturale che quello educativo.
descrizione
E’ molto importante che la scuola possa offrire, tra gli altri luoghi un “non-luogo” cioè uno spazio che si presti ad essere continuamente reinterpretato, nella sua identità e funzioni, dal gioco e dall’intervento dei bambini. L’altana è uno di questi non-luoghi, un oggetto la cui identità viene definita dalle convenzioni e dalle decisioni prese con i “compagni di gioco e di avventura”. L’altana offre però alcune caratteristiche forti che la rendono unica e facilmente identificabile: l’altezza ed il doppio volume consentono al bambino di misurarsi con la grande dimensione e di sviluppare il gioco su più livelli e cogliere una contemporaneità di eventi e narrazioni. Le scale, oltre che offrirsi come un oggetto motorio, connettono i due scenari e favoriscono lo spostamento ed il collegamento tra i protagonisti; nel contempo i due livelli possono però essere percepiti ed agiti come distanti. Il “telefono” propone infatti un altro tipo di contatto che escludendo la vista, esalta la comunicazione indiretta, sollecita sussurri e segreti. I materiali, differenti tra loro alla vista ed al tatto, offrono suggestioni ed inviti diversificati: un ambiente per alcuni aspetti spaziale, avventuroso, che si fa caldo ed accogliente là dove i tappeti favoriscono il realizzarsi di giochi con bambole e pelouche ed offrono un riparo caldo ed accogliente. La possibilità di coprire il piano superiore con teli e di arricchire i lati con vele trasformano ulteriormente l’oggetto rendendolo assimilabile ad una casa, o ad un oggetto spaziale, un castello, una nave od un’insolita palestra, ove, oltre al movimento, acquisiscono valore sperimentazioni tattili, acustiche cinestetiche. Il possibile intervento di luci, la proiezione sul telo di diapositive potrebbero sottolineare le suggestioni magiche ed immaginifiche che sono intrinseche a questo grande oggetto, con cui il bambino può misurarsi fisicamente e concettualmente.